immagine dell'intestazione

SOGNI
La donna-clessidra - 2000 La donna-clessidra
2000
acquarello, cm 29x29
collezione privata M. Camia
Flora - 2001
Flora
2001
acquarello, cm 28x28
Due sorelle nel Sogno del Doganiere
2005
acrilico, olio, alchidico su sei tele assemblate, dimensioni complessive cm 170x150
"Due sorelle nel Sogno del Doganiere" rappresenta la sintesi e la reiterazione di molte opere precedenti di Bixio, ma anche il trapasso osmotico dal livello conscio a quello onirico, in cui traspare l'adesione alle teorie psicoanalitiche di Freud. Non è un caso che il soggetto alluda palesemente, nella struttura come nella alchimia emotiva, al "Sogno" di Rousseau il Doganiere, compreso il "gioco" di dissimulare animali nella vegetazione ridondante. Il riferimento di Bixio a questo artista, considerato "primitivo", vuole sottolineare la consonanza con la sua intuizione esistenziale ed estetica, espressa in un linguaggio pittorico personalizzato definibile dunque post-naïf.
Due sorelle nel Sogno del Doganiere - 2005
L'isola che non c'è - 1994 La componente onirica è sempre presente nelle opere di Bixio, sia che si tratti di sogni sognati o di sogni a occhi aperti, anche quando il titolo non ne contenga riferimento esplicito. In realtà tutte le sue opere sono viaggi nell'inconscio, miraggi, desi-
deri, rimpianti, fughe verso l'isola che non c'è.
Sogno di una notte d'aprile - 2001
L'isola che non c'è 1994   sopra
olio e oro su tela, cm 50x50
All' alba ripensando... - 1993 sopra
Sogno di una notte d'aprile 2001
acquarello, cm 28x28
Il sogno bugia 1994   sotto
acquarello, cm 35x35
Il sogno bugia - 1996 a lato
All'alba ripensando a un'aquila sperduta tra gli albicocchi del Gulsehir Oteli
1993
olio su tela, cm 50x50
collezione privata M. Gandolfo
Sogno di una notte di pieno inverno - 1994 a lato
Sogno di una notte di pieno inverno
1994
olio su tela, cm 50x50
collezione privata P. Ivaldi
La rappresentazione dei sogni dell'artista si intreccia con le altre sue fonti di ispirazione. In questo caso è trasparente il riferimento a Shakespeare, ma anche al pittore Henri Rous-
seau.
È altrettanto evidente che, attorno alla figura femminile, la foresta è brulicante di presenze, animali e oggetti, non immediatamente ricono-
scibili. Una allegoria della vita dove occorre cercare oltre l'apparenza per svelarne l'essenza.